Oggi parliamo di Marco Tarquinio, giornalista "maratoneta" , che ha scritto per vari
giornali, con un'autosospensione nel 1993 (non si capisce per quale motivo... ) rientrato poi un anno dopo al
Tempo e quindi all'Avvenire.
Nel suo curriculum vitae
pubblico non è descritto il suo percorso di studi.
La qualifica di maratoneta che gli viene affibbiata più che per descrivere dei meriti, è utilizzata per descrivere una
serie di “toccata e fuga” fatta in diversi gruppi editoriali, passando per un’autosospensione di un anno nel 1993, per poi rientrare “nei ranghi” prima al giornale Il
Tempo e poco dopo all’Avvenire.
Una carriera “singolare”.
Orbene, mi è
stato riferito da un amico, che stamani a
Rai Tre, ovvero una delle TV DI
STATO, il signore di cui sopra s’è messo a pontificare in materia di
diritto costituzionale , arrivando ad affermare che il
diritto europeo e i trattati sono superiori a tutto.
La supponenza del soggetto nelle sue affermazioni è seconda solo alla sua
ignoranza, e per
ignoranza si intende “la non conoscenza delle cose”.
Questo mi fa supporre, che il signore di cui sopra non abbia mai letto una
sentenza della
Consulta e neppure mai aperto un manuale di
Diritto Costituzionale.
Al “caro signore” che tanto si pavoneggia a spese dei
cittadini e ai quali non risparmia frecciate, anche offensive, bisogna intanto ricordare che l’articolo 1 della
Costituzione assegna “la sovranità al
popolo italiano, non ai
giornalisti, e non all’Unione Europea”.
Conseguentemente poi bisogna erudire il “caro signore” sulla “Gerarchia delle Fonti del
Diritto” che vede la
Costituzione della
Repubblica Italiana in predominanza gerarchica al di sopra di tutto, incluse le normative dell’Unione Europea, come già anche espressamente indicato in varie sentenze della
Corte Costituzionale Italiana, ovvero che ”le leggi e le sentenze dell’Unione Europea non debbono mai scavalcare i principi fondanti della
Costituzione Italiana”…
Ciò premesso è
bene ricordare ancora al “caro signore” che i trattati non sono stati sottoscritti dal
popolo italiano ma da due governi, neppure eletti con il quorum del 51%. Testi mai sottoposti alla volontà popolare, con un consenso strappato in maniera truffaldina con un apposito
referendum, creato ad hoc nel 1989, inesistente nel nostro ordinamento.
Solo dopo anni gli
italiani si sono resi conto delle conseguenze della sottoscrizione di tali trattati, per cui parlare di ”accettazione dei trattati” è disonesto.
Gli
italiani, o meglio coloro che votarono sì a quel
referendum truffaldino, 29 milioni , contro una popolazione votante di 46,5 milioni con uno scarto dunque pari a 17,5 milioni che in parte votando no, in parte votando scheda nulla, e in parte astenendosi decretarono il loro giudizio negativo su quell’organismo sovranazionale che stava per essere loro imposto, facevano parte di quello stesso
popolo sovrano menzionato al primo articolo della
Costituzione e avevano pieno
diritto che la loro
voce fosse ascoltata, e non che fosse
fatto un blando
referendum a maggioranza.
Un cambiamento simile epocale richiedeva, non dico l’unanimità , ma una soglia di quorum
ben più alta.
Invito quindi, nella mia qualità di cittadino sovrano della
Repubblica Italiana, il signor Marco Tarquinio a moderare termini e a non presentare attraverso canali pubblici, finanziati dai
cittadini italiani, distopie e
notizie false o comunque manipolate.
Se lui è fiero di quel che sta accadendo, non tutti gli
italiani sono concordi con lui, per cui impari lui prima di tutto il significato della parola DEMOCRAZIA.
Non si metta in cattedra. Egli non è un qualificato professore di
diritto , tanto meno un giudice. Stia al suo posto soprattutto quando utilizza
denaro pubblico.
Una cittadina italiana (LPL)