La morte di Bergoglio, a caldo (di Franco Marino)
Nella premessa che a Papa Francesco vanno tutte le preghiere del caso e la mia dissociazione da ogni sputo sul cadavere - le mie battute, lo premetto per gli scassapalle che già in privato mi "invitano ad un corretto comportamento nei confronti di un morto" (ma andate a cacare, grazie) hanno l'intenzione di dissacrare i media, non Bergoglio - dicevo, nella premessa succitata, registro con profondo dispiacere quanto gli anticorpi provocati dall'epopea Covid stiano già svaporando.
Sembra che tutto d'un tratto gran parte di coloro che pure nei momenti storici in cui impazzavano i deliri pandemici si scagliavano contro le classi dirigenti, abbiano dimenticato il ruolo che questo signore ha avuto, a partire dalla benedizione dei dettami vaccinali fino alla richiesta del green-pass per poter mangiare alla Caritas, alle valanghe di insulti che abbiamo ricevuto, anche grazie al suo imprimatur, da parte dei tanti intellettuali che hanno sostenuto le bugie pandemiche, oltretutto dimostrando di temere quella morte che, invece, per il cristiano che davvero crede, è semplicemente un momento di grazia, di gloria.
E questo per tacere dei tanti stiracchiamenti alla dottrina su cui si accapiglia gente ben più attrezzata di me, così come pure la convinzione - secondo me fondata - che i problemi della Chiesa nascano da molto lontano (per me addirittura dall'Illuminismo).
Ma nulla di queste considerazioni toglie il fatto che Papa Francesco passerà alla storia come il complice della più criminale congiura ai danni della gente comune della storia dell'umanità.
Il giudizio divino spetta, per definizione, a Dio.
Io, individuo irrilevante, qui sulla terra ne parlo come ne voglio parlare, senza accettare alcun ricatto morale dai cerchiobottisti socialari. Dico solo che trovo molto più coerente che chi oggi ne celebra la scomparsa, vada a vaccinarsi come "obbligo morale" e dica che in realtà il green pass è stata una cosa giusta.
Apprezzo più i nemici dei gigioni.
Nella premessa che a Papa Francesco vanno tutte le preghiere del caso e la mia dissociazione da ogni sputo sul cadavere - le mie battute, lo premetto per gli scassapalle che già in privato mi "invitano ad un corretto comportamento nei confronti di un morto" (ma andate a cacare, grazie) hanno l'intenzione di dissacrare i media, non Bergoglio - dicevo, nella premessa succitata, registro con profondo dispiacere quanto gli anticorpi provocati dall'epopea Covid stiano già svaporando.
Sembra che tutto d'un tratto gran parte di coloro che pure nei momenti storici in cui impazzavano i deliri pandemici si scagliavano contro le classi dirigenti, abbiano dimenticato il ruolo che questo signore ha avuto, a partire dalla benedizione dei dettami vaccinali fino alla richiesta del green-pass per poter mangiare alla Caritas, alle valanghe di insulti che abbiamo ricevuto, anche grazie al suo imprimatur, da parte dei tanti intellettuali che hanno sostenuto le bugie pandemiche, oltretutto dimostrando di temere quella morte che, invece, per il cristiano che davvero crede, è semplicemente un momento di grazia, di gloria.
E questo per tacere dei tanti stiracchiamenti alla dottrina su cui si accapiglia gente ben più attrezzata di me, così come pure la convinzione - secondo me fondata - che i problemi della Chiesa nascano da molto lontano (per me addirittura dall'Illuminismo).
Ma nulla di queste considerazioni toglie il fatto che Papa Francesco passerà alla storia come il complice della più criminale congiura ai danni della gente comune della storia dell'umanità.
Il giudizio divino spetta, per definizione, a Dio.
Io, individuo irrilevante, qui sulla terra ne parlo come ne voglio parlare, senza accettare alcun ricatto morale dai cerchiobottisti socialari. Dico solo che trovo molto più coerente che chi oggi ne celebra la scomparsa, vada a vaccinarsi come "obbligo morale" e dica che in realtà il green pass è stata una cosa giusta.
Apprezzo più i nemici dei gigioni.