L'episodio di ieri, deprecabile, getta un'ombra sinistra sulla rinomata ospitalità napoletana. Ciò premesso, chi pranza in un locale che aderisce alla campagna “Spazi liberi dall’apartheid israeliana” ed esalta Israele si espone a prevedibili ritorsioni. Tuttavia, l'influente comunità ebraica italiana solidale col sionismo rappresenta un problema di sicurezza nazionale. Simili preoccupazioni riguardano anche la comunità islamica, accusata - giustamente! - di minare l'identità etnica e religiosa del Paese. A sminuire e negare le suddette insidie sono certi esponenti di sinistra e destra, accomunati da meschine posizioni opportunistiche, rompicoglioni che da decenni vedono pericoli rossi e neri ovunque. Si rassegnino gli indignati a senso unico, quei professionisti della libertà d'espressione che tacciono quando Crodino Biondo taglia i fondi, come i 400 milioni di dollari sottratti alla Columbus University a marzo per presunto antisemitismo, o i difensori di una tolleranza discutibile che ricorrono a ragionamenti fuorvianti come “E allora Hamas?”
Hamas? Paradossalmente, finisce per favorire gli interessi israeliani.
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