Molti, sapendo che sono napoletano, mi hanno chiesto cosa io ne pensi della storia del musicista ammazzato a Napoli.
Ho volutamente, come in tanti si sono accorti, ignorato questa vicenda. Perché? Perché deve passare, finalmente, il principio che Napoli non è una città speciale, nel Bene come nel Male, e che un delitto è espressione di una cosa molto semplice: l'istinto di chi lo commette, la tragedia di chi lo subisce e dei suoi familiari.
Quello che è accaduto a Piazza Municipio non è diverso da quello che accade in decine di capitali europee. E' stato un normalissimo fatto di cronaca che soltanto un giornalismo provinciale poteva eleggere a spaccato della socialità partenopea.
Non c'è da scomodare Gomorra, Mare Fuori, né tantomeno da chiamare in causa il sempiterno dibattito sulla camorra - che, come la mafia, non è altro che uno dei tentacoli dello Stato - o le polemiche sui CCCiovani di oggi.
Si è verificato un fottuto delitto, dovuto ad una banalità, come succede in tutto il resto del mondo. Le autorità hanno arrestato l'assassino il quale, seppure minorenne, pagherà le conseguenze del gesto compiuto. Diversamente da altre storie (Simonetta Cesaroni, Lidia Macchi, il piccolo Daniele Gravilli, e altre storiacce avvenute altrove) questo è un caso chiuso. Napoli e la napoletanità non c'entrano nulla. Le istituzioni hanno, stavolta, funzionato.
Piantatela di magnificare Napoli. E piantatela pure di demonizzarla.
Napoli è una città normale e i napoletani, pur con le loro peculiarità, sono persone normali come i romani, i milanesi, i baresi, i palermitani, i pollenatrocchiesi e i cinisellobalsamesi.
Ora, che la giustizia faccia il suo corso, fino in fondo.
Ho volutamente, come in tanti si sono accorti, ignorato questa vicenda. Perché? Perché deve passare, finalmente, il principio che Napoli non è una città speciale, nel Bene come nel Male, e che un delitto è espressione di una cosa molto semplice: l'istinto di chi lo commette, la tragedia di chi lo subisce e dei suoi familiari.
Quello che è accaduto a Piazza Municipio non è diverso da quello che accade in decine di capitali europee. E' stato un normalissimo fatto di cronaca che soltanto un giornalismo provinciale poteva eleggere a spaccato della socialità partenopea.
Non c'è da scomodare Gomorra, Mare Fuori, né tantomeno da chiamare in causa il sempiterno dibattito sulla camorra - che, come la mafia, non è altro che uno dei tentacoli dello Stato - o le polemiche sui CCCiovani di oggi.
Si è verificato un fottuto delitto, dovuto ad una banalità, come succede in tutto il resto del mondo. Le autorità hanno arrestato l'assassino il quale, seppure minorenne, pagherà le conseguenze del gesto compiuto. Diversamente da altre storie (Simonetta Cesaroni, Lidia Macchi, il piccolo Daniele Gravilli, e altre storiacce avvenute altrove) questo è un caso chiuso. Napoli e la napoletanità non c'entrano nulla. Le istituzioni hanno, stavolta, funzionato.
Piantatela di magnificare Napoli. E piantatela pure di demonizzarla.
Napoli è una città normale e i napoletani, pur con le loro peculiarità, sono persone normali come i romani, i milanesi, i baresi, i palermitani, i pollenatrocchiesi e i cinisellobalsamesi.
Ora, che la giustizia faccia il suo corso, fino in fondo.