Il punto, nelle vicende palestinesi come in quelle ucraine, non è chi abbia ragione o torto ma il fatto di schierarsi per ragioni che non hanno niente a che fare con l'interesse personale.
Personalmente, in merito all'annosa vicenda palestinese, sono sempre stato tendenzialmente più filoisraeliano, ma non di quell'idea malsana - propagandata da un certo sionismo all'amatriciana, frequentato da gente molto attiva sui social ma che non sa niente di niente né di Medio Oriente né di altre cose - che Israele abbia ragione a prescindere.
Ma in queste fiammate che periodicamente scoppiano in quei posti, prevale sempre quel vezzo di schierarsi senza avere un interesse da difendere, nell'idea, infantile, che nelle guerre ci siano ragioni e torti e non, semplicemente, interessi.
Il motivo per cui, per esempio, spero che in Ucraina vinca la Federazione Russa, non è minimamente connesso col fatto che io sia filorusso. Semplicemente penso che ci convenga essere più amici dei russi e che dal sostegno all'Ucraina non possa arrivare niente per i nostri interessi. Questo non significa escludere le ragioni ucraine, che nessuno nega, ma che semplicemente non mi interessano. Non mi interessano le battaglie idealistiche, rivendico semplicemente la legittimità dell'interesse meschino e del proprio ristretto orizzonte, contro ogni universalismo morale, contro quella malsana e imperialistica idea che le guerre nascano perché c'è un buono che, in quanto tale, si autolegittima come da diritto divino per soverchiare il cattivo di turno. In quanto tale, semplicemente guardo agli interessi del mio paese e dunque dei miei.
Sarà anche un modo di pensare gretto e meschino, non dico di no. Ma è quello che fanno tutti gli italiani quando arrivano le bollette a fine mese o devono fare benzina.
Ed è l'atteggiamento che io mi aspetto da una classe politica che sia davvero sovrana. Quindi non gli attuali sovrancazzari italiani, che naturalmente obbediranno allo zio Sam, come del resto i comunisti obbedivano a Mosca.
Personalmente, in merito all'annosa vicenda palestinese, sono sempre stato tendenzialmente più filoisraeliano, ma non di quell'idea malsana - propagandata da un certo sionismo all'amatriciana, frequentato da gente molto attiva sui social ma che non sa niente di niente né di Medio Oriente né di altre cose - che Israele abbia ragione a prescindere.
Ma in queste fiammate che periodicamente scoppiano in quei posti, prevale sempre quel vezzo di schierarsi senza avere un interesse da difendere, nell'idea, infantile, che nelle guerre ci siano ragioni e torti e non, semplicemente, interessi.
Il motivo per cui, per esempio, spero che in Ucraina vinca la Federazione Russa, non è minimamente connesso col fatto che io sia filorusso. Semplicemente penso che ci convenga essere più amici dei russi e che dal sostegno all'Ucraina non possa arrivare niente per i nostri interessi. Questo non significa escludere le ragioni ucraine, che nessuno nega, ma che semplicemente non mi interessano. Non mi interessano le battaglie idealistiche, rivendico semplicemente la legittimità dell'interesse meschino e del proprio ristretto orizzonte, contro ogni universalismo morale, contro quella malsana e imperialistica idea che le guerre nascano perché c'è un buono che, in quanto tale, si autolegittima come da diritto divino per soverchiare il cattivo di turno. In quanto tale, semplicemente guardo agli interessi del mio paese e dunque dei miei.
Sarà anche un modo di pensare gretto e meschino, non dico di no. Ma è quello che fanno tutti gli italiani quando arrivano le bollette a fine mese o devono fare benzina.
Ed è l'atteggiamento che io mi aspetto da una classe politica che sia davvero sovrana. Quindi non gli attuali sovrancazzari italiani, che naturalmente obbediranno allo zio Sam, come del resto i comunisti obbedivano a Mosca.
