Non occorre essere credenti - io non lo sono - per amare il Natale e, in generale, le ricorrenze cattoliche.
Esse non soltanto costituiscono le radici di una visione della vita umana che si eleva sugli istinti più animaleschi ma anche la suprema protesta contro un mondo ormai immerso nell'ideologica frenesia del cambiamento, drogato dall'illusoria suggestione delle "magnifiche sorti e progressive", violentato dall'idea che fatti, atti e tempi nuovi siano, per il semplice elemento della novità, forieri di cose belle quando, viceversa, proprio la circolarità suggeritaci dalla tanto idolatrata scienza ci informa che si può cambiare anche in peggio, percorrendo, attraverso il declino, la strada verso la morte.
Per il materialista che, tuttavia, nel fondo del proprio fondo, non si è rassegnato alla propria caducità, Cristo rappresenta, nella migliore delle ipotesi, la via di uscita all'ineluttabilità della morte non soltanto del corpo ma anche dell'anima, mentre, nella peggiore, uno struggente, per quanto velleitario, tentativo di inventarsi un mondo diverso, protestando contro le brutture dell'attuale, apparendo così forse utopico ma al tempo stesso in grado di favorire quel progresso umano che permette ad una civiltà di evolversi e senza il quale siamo uguali alle belve feroci.
Esse non soltanto costituiscono le radici di una visione della vita umana che si eleva sugli istinti più animaleschi ma anche la suprema protesta contro un mondo ormai immerso nell'ideologica frenesia del cambiamento, drogato dall'illusoria suggestione delle "magnifiche sorti e progressive", violentato dall'idea che fatti, atti e tempi nuovi siano, per il semplice elemento della novità, forieri di cose belle quando, viceversa, proprio la circolarità suggeritaci dalla tanto idolatrata scienza ci informa che si può cambiare anche in peggio, percorrendo, attraverso il declino, la strada verso la morte.
Per il materialista che, tuttavia, nel fondo del proprio fondo, non si è rassegnato alla propria caducità, Cristo rappresenta, nella migliore delle ipotesi, la via di uscita all'ineluttabilità della morte non soltanto del corpo ma anche dell'anima, mentre, nella peggiore, uno struggente, per quanto velleitario, tentativo di inventarsi un mondo diverso, protestando contro le brutture dell'attuale, apparendo così forse utopico ma al tempo stesso in grado di favorire quel progresso umano che permette ad una civiltà di evolversi e senza il quale siamo uguali alle belve feroci.