L'intelligenza artificiale è, ormai, arrivata al punto di resuscitare i morti e in giro per la rete c'è un tizio - evidentemente abilissimo a gestirla - che riesce ad applicare Novantesimo Minuto con la voce delle buonanime di Paolo Valenti, Giampiero Galeazzi e di tutti gli inviati del tempo, alle partite attuali.
La cosa, ovviamente, fa un'enorme impressione, non fosse altro che per il fatto che chiunque fosse in possesso di tali campionature, sarebbe in grado di riprodurre in maniera perfetta anche la voce e le movenze dei cari defunti.
Ecco, sono un informatico ma tutto questo mi fa orrore e terrore.
L'idea di poter imprimere voci e movenze a corpi ormai disintegrati dal tempo e ad anime che, se ci sono, risiedono chissà dove, non è niente che una persona sana e non affetta da perversioni particolari voglia rivedere.
Non voglio risentire le voci di mio padre e di mia madre riprodotte dal più sofisticato dei programmi, voglio invece confrontarmi con la tragica realtà che non ci sono più e godere del diritto di addolorarmi dell'ineluttabile e dell'irreversibile, invece di vederli profanati da un'illusione di eternità che è tale proprio perché è un'illusione.
Anche perché per quanto sofisticata possa essere l'intelligenza artificiale, non sarà mai in grado di ricreare l'anima che produceva vezzi e vizi passati di corpi che hanno attraversato le forche caudine degli errori umani. L'intelligenza artificiale potrà ricreare Necco che dice "Milan chiama e Napoli risponde" - e fa il segno del "tre" con la mano, in onore di un 3-0 con cui il Napoli liquidò i rossoneri nel 1989-1990. Ma non potrà mai creare nulla di nuovo, adattabile ai tempi che passano. Perché tra quell'illusione di anima e quella riproduzione del corpo, c'è la corruzione di una terza persona che la programma. E questo, fa tutta la differenza del caso.
L'uso smodato della tecnologia ci ha rubato tante cose. Ci lasci almeno i nostri dolori, le nostre lacrime senza pretendere di illuderci che quelle calde voci familiari ammutolite da un cuore che ha smesso di battere, ci facciano rivivere il calore di una vita vissuta che non tornerà più.
La cosa, ovviamente, fa un'enorme impressione, non fosse altro che per il fatto che chiunque fosse in possesso di tali campionature, sarebbe in grado di riprodurre in maniera perfetta anche la voce e le movenze dei cari defunti.
Ecco, sono un informatico ma tutto questo mi fa orrore e terrore.
L'idea di poter imprimere voci e movenze a corpi ormai disintegrati dal tempo e ad anime che, se ci sono, risiedono chissà dove, non è niente che una persona sana e non affetta da perversioni particolari voglia rivedere.
Non voglio risentire le voci di mio padre e di mia madre riprodotte dal più sofisticato dei programmi, voglio invece confrontarmi con la tragica realtà che non ci sono più e godere del diritto di addolorarmi dell'ineluttabile e dell'irreversibile, invece di vederli profanati da un'illusione di eternità che è tale proprio perché è un'illusione.
Anche perché per quanto sofisticata possa essere l'intelligenza artificiale, non sarà mai in grado di ricreare l'anima che produceva vezzi e vizi passati di corpi che hanno attraversato le forche caudine degli errori umani. L'intelligenza artificiale potrà ricreare Necco che dice "Milan chiama e Napoli risponde" - e fa il segno del "tre" con la mano, in onore di un 3-0 con cui il Napoli liquidò i rossoneri nel 1989-1990. Ma non potrà mai creare nulla di nuovo, adattabile ai tempi che passano. Perché tra quell'illusione di anima e quella riproduzione del corpo, c'è la corruzione di una terza persona che la programma. E questo, fa tutta la differenza del caso.
L'uso smodato della tecnologia ci ha rubato tante cose. Ci lasci almeno i nostri dolori, le nostre lacrime senza pretendere di illuderci che quelle calde voci familiari ammutolite da un cuore che ha smesso di battere, ci facciano rivivere il calore di una vita vissuta che non tornerà più.
