La questione di Imane Khelif - che, in tutta franchezza, ha rotto i cosiddetti anteriori - è molto semplice.
La tizia è, almeno anatomicamente, femmina. Cioè, per essere chiari, ha la fessa. Ma, in virtù di un difetto genetico che, a causa di un cromosoma di troppo, le dà sostanzialmente un surplus di testosterone - che, come è noto, è alla base della crescita muscolare - rispetto alla media femminile, di fatto è avvantaggiata rispetto alle concorrenti in uno sport di potenza come il pugilato.
L'equivalente di questo problema c'è anche nel sesso maschile, è la cosiddetta trisomia, che di fatto provoca negli uomini un deficit di testosterone, per cui la barba quasi non c'è, la voce è molto più acuta della media, le spalle sono piccole e il bacino largo - cioè il corpo tipico di una donna invece delle spalle a V tipiche del maschio - ed è praticamente impossibile, per chi ne è affetto, avere figli.
Ora, in campo maschile il problema non si pone perché chi ha meno testosterone della media non può minimamente pensare di competere in sport anabolici dove l'esplosività muscolare è alla base e, dunque, ne viene praticamente escluso in partenza.
Ma in campo femminile il problema c'è. Perché se tu, per effetto di un tuo problema, hai molta più forza fisica del resto delle tue concorrenti, di fatto la gara è truccata.
Di chi sono le colpe di tutto questo? Di sicuro non di Imane Khelif ma delle autorità sportive che, non si sa se per motivi ideologici o per ignoranza, non hanno contemplato casi di questo tipo.
E questo è anche peggio. Perché se chi gestisce le autorità sportive non è consapevole dell'esistenza di condizioni di questo tipo, vuol dire che siamo veramente nelle mani di scalzacani, gli stessi che, per dire, ad Aprile potrebbero distruggere per sempre la carriera di Sinner, sulla base di una fantomatica negligenza.
Questa è la cosa ben più importante, nella sua tragicità.
La tizia è, almeno anatomicamente, femmina. Cioè, per essere chiari, ha la fessa. Ma, in virtù di un difetto genetico che, a causa di un cromosoma di troppo, le dà sostanzialmente un surplus di testosterone - che, come è noto, è alla base della crescita muscolare - rispetto alla media femminile, di fatto è avvantaggiata rispetto alle concorrenti in uno sport di potenza come il pugilato.
L'equivalente di questo problema c'è anche nel sesso maschile, è la cosiddetta trisomia, che di fatto provoca negli uomini un deficit di testosterone, per cui la barba quasi non c'è, la voce è molto più acuta della media, le spalle sono piccole e il bacino largo - cioè il corpo tipico di una donna invece delle spalle a V tipiche del maschio - ed è praticamente impossibile, per chi ne è affetto, avere figli.
Ora, in campo maschile il problema non si pone perché chi ha meno testosterone della media non può minimamente pensare di competere in sport anabolici dove l'esplosività muscolare è alla base e, dunque, ne viene praticamente escluso in partenza.
Ma in campo femminile il problema c'è. Perché se tu, per effetto di un tuo problema, hai molta più forza fisica del resto delle tue concorrenti, di fatto la gara è truccata.
Di chi sono le colpe di tutto questo? Di sicuro non di Imane Khelif ma delle autorità sportive che, non si sa se per motivi ideologici o per ignoranza, non hanno contemplato casi di questo tipo.
E questo è anche peggio. Perché se chi gestisce le autorità sportive non è consapevole dell'esistenza di condizioni di questo tipo, vuol dire che siamo veramente nelle mani di scalzacani, gli stessi che, per dire, ad Aprile potrebbero distruggere per sempre la carriera di Sinner, sulla base di una fantomatica negligenza.
Questa è la cosa ben più importante, nella sua tragicità.
