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L'educazione è elemento fondamentale per singoli e gruppi.
Alcuni studi hanno analizzato i diversi stili di attaccamento del bambino nei vari contesti culturali.

Si è notato come i bambini degli USA fossero più fiduciosi nell'adulto, questa forma di attaccamento è chiamata "sicura".
Altri studi hanno mostrato come in Germania o Giappone prevalessero altre tipologie di attaccamento (bambini USA 70% sicuro, 20% evitante-insicuro, 10% evitante-resistente; Germania 52% insicuro-evitante, 35% sicuro Cfr. Grossmann 1981; Giappone 37% insicuro-resistente, 0% insicuro-evitante Cfr. Miyake, Chen e Campos 1985); studi successivi hanno mostrato come in famiglie giapponesi con madri-lavoratrici, i risultati fossero simili a quelli USA (dato che non emergeva nelle famiglie sino-giapponesi negli USA, ma con struttura tradizionale).
Ci si è interrogati sulla definizione "attaccamento sicuro" e sui condizionamenti degli accademici anglo-americani.
Abbiamo trasformato un modello tra tanti, nel modello universale?
O forse l'educazione giapponese (con contatto continuo bambino-mamma nella prima infanzia) è funzionale per quel contesto?
Nella società giapponese gli studenti devono sostenere alti livelli di stress e gli adulti devono concentrarsi sul lavoro (più che in Europa). Introiettare un modello di accudimento continuativo, può fornire la forza psicologica necessaria a superare queste difficoltà (e fornire un modello di cura).
Inoltre, il rapporto quasi simbiotico madre-bambino, può saturare il ruolo paterno, spingendo ulteriormente sulla realizzazione lavorativa.

Parliamo per generalizzazioni e di costumi che la globalizzazione ha in parte attenuato (ad esempio, genitorialità e attaccamento anglosassoni sono ormai la normalità nell'Europa continentale).

Queste differenze ricalcano anche il rapporto tra animali e uomini.
I gatti giapponesi hanno una tendenza minore ad esplorare gli ambienti nuovi, rispetto ai gatti degli USA.
Gli studiosi pensano che nella società USA i gatti siano più liberi di uscire soli e che viaggino di più con la famiglia, venendo abituati a cambiare ambiente.
Va approfondita la possibilità di una differenza genetica: le due reazioni sono state selezionate? Altri attribuiscono un ruolo all'insularità (ma bisognerebbe condurre studi anche su gatti islandesi per una valutazione).
Certo è che l'educazione è un fattore che ci pervade e che pervade i nostri rapporti sociali, l'auto-addomesticamento a cui ci sottoponiamo e che nelle nostre case/famiglie è così forte da fare un salto inter-specie.

Come per l'ideologia del debito, siamo davanti a un caso di struttura-sovrastruttura.
Un sistema competitivo (capitalismo) ha bisogno di manodopera per abbassare il salario medio. L'ingresso delle donne nel mondo del lavoro è stato un momento di emancipazione, ma anche di estensione della repressione (questa è quella che si definisce "contraddizione").
Non siamo i primi nella storia che gestiscono produzione-riproduzione-educazione per rendere più funzionale la società.
Chiamare il nostro modello educativo come "sicuro", pensandolo universale, non è poi così diverso dagli antichi greci che chiamavano gli altri popoli "barbari" pensandoli balbuzienti.
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