G
Reaction score
1,383

A dispetto della nostra percezione eurocentrica della Storia, sposare una prospettiva di lungo periodo e di larga estensione (Eurasia) aiuta a mettere in discussione alcuni punti di vista comuni.
Ad esempio, confrontando i resti ritrovati presso il sito funerario di Moscevaja Balka (VIII - IX secolo dopo Cristo) nel Caucaso, ricaviamo delle informazioni interessanti sui percorsi della Via della Seta e sulla ricchezza degli abitanti.

Nelle tombe, oltre a trovare tracce di scrittura, un taccuino cinese per la vendita della seta e abbondanti maschere e vesti in seta cinese e sogdiana, si trovano conservati anche ornamenti e amuleti in seta. Questa piccola oggettistica stupisce molto per l'uso di un materiale così pregiato per la realizzazione; basti pensare all'abbigliamento e all'oggettistica europea coeva per notare la differenza.
La seta, in quel periodo, in Europa era utilizzata per ornamenti sacrali o per le vesti dei notabili e del clero, di certo non per amuleti di uso comune (per giunta funerario).
Gli storici hanno supposto che il Caucaso fosse snodo importante per la Via della Seta, permettendovi il ricongiungimento tra strada del Nord e strada del Sud (anche oggi il Caucaso è il nuovo Asse Nord-Sud che via Iran e Azerbaigian collega India e Russia). Possiamo ipotizzare che le popolazioni lì stabilite (Alani, Georgiani, Bulgari o discendenti di questi) ottenessero il pagamento di un dazio da parte dei trasportatori di seta nel tessuto stesso.

I commercianti in arrivo da Cina e Sogdiana, giunti nel Caucaso erano soliti sostare (probabilmente in virtù dei lauti guadagni vendendo ai locali) e con l'occasione pagare nella loro pregevole mercanzia le varie gabelle di transito.
Abbiamo già accennato al ruolo che questo snodo e il traffico di seta ebbero nello spingere l'Impero Romano d'Oriente a sviluppare una propria industria tessile di qualità (anche per riportare a proprio vantaggio la bilancia commerciale, altrimenti in rosso).
Roma, sin dai tempi antichi, aveva avuto un grave problema di bilancia dei pagamenti in rosso con l'Oriente, questo col tempo aveva spinto i vari imperatori a emanare editti per limitare la fuoriuscita dei metalli o ad aumentare il volume di moneta circolante (riducendone il contenuto in metalli preziosi) e innescando un processo inflattivo dalle gravi conseguenze sul lungo periodo.
Così seta, spezie, avorio e legni pregiati diventarono parte di quell'immaginario che l'Occidente cercò sempre di recuperare attraverso l'esplorazione oceanica.

Questa ricchezza diffusa attraverso lo sfruttamento delle rotte commerciali, si ricollega anche a quanto abbiamo notato in altri post sugli Sciti (area delle steppe) e sulla nascita dello Stato assieme al surplus (la domanda era: siamo sicuri che il surplus arrivasse dall'agricoltura? Che questa sia una regola universale? Non potrebbe essere stato, nel caso delle steppe, il commercio?) o sull'Africa subsahariana (parlando dell'antico Mali avevamo notato il peso che il commercio di ebano, sale oro avevano avuto nella creazione di una stratificazione sociale e nell'inserimento dell'economia locale nel circuito-mondo; anche qui il commercio sembra rubare il posto all'agricoltura).
  • Like
  • Love
Reactions: Franco Marino, AlinaPeppa, Alice Lattanzi and 22 others
AlinaPeppa
AlinaPeppa
Splendido post. Ci sei mancato!
A
Alice Lattanzi
Non ricordo dove lessi che, in barba alla convinzione che certe cose siano recentissime, molte scoperte scientifiche che noi crediamo compiute trecento anni fa, già erano presenti millenni fa, in altre civiltà.
Top