Non è facile capire il tipo di discorso tenuto da La Russa. Da una parte è stato un discorso finalmente lontano dalle banalità lette sul suolo italico negli ultimi anni, dall'altro è caduto nel viziaccio di definire gli ucraini "patrioti", quando negli ultimi otto anni nei confronti delle popolazioni russofone del Donbass sono andati in atto genocidi, violenze, stupri di massa, ed è stata messa in pericolo la sicurezza delle popolazioni russofone.
Poteva fare discorsi diversi il signor DIGGIAMOLO? No. E non li avrebbe potuti fare nemmeno la Meloni. I politici italiani sono in libertà vigilata, una dichiarazione fuori posto e si attiva la solita strategia della caccia all'uomo dove pure aver fatto forca a scuola cinquant'anni prima diventa motivo di pubblica esecrazione, fino all'immancabile inchiesta giudiziaria.
Non sprizziamo gioia e fiducia nei confronti della Meloni ma noi russi siamo pragmatici e concreti e non ci aspettiamo che l'oro cada dall'alto. Sappiamo bene che un vero cambiamento ci sarà soltanto se la Meloni avrà il pieno controllo della complessa macchina che dovrà guidare di qui in avanti.
Prendiamo per buono, per ora, quello che viene da questo discorso e non chiediamo troppo alla buona sorte.

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Ida Verova
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