Questo progetto nasce durante una grave e pericolosa crisi politica, sociale e antropologica. Ad originarla è un gruppo di politici e tecnocrati che vuole costruire un nuovo ordine su scala mondiale, distruggendo ogni patrimonio identitario e contrastando, con le buone e con le cattive, chiunque si opponga. Tutto questo non nasce né col covid né con la guerra in Ucraina. Il terreno su cui germogliano le deliranti pulsioni autoritarie di questi ultimi due anni era già fertilizzato da decenni di radioattiva propaganda, non limitata al dibattito politico, ma estesa ad ogni aspetto della quotidianità.
Non è cosa nuova che una tirannia, oltre a prendere decisioni politiche, tenti di influire su ogni aspetto della vita dei sudditi, ciò che mangiano, la musica che ascoltano, il tipo di bellezza da apprezzare. Ma la difficoltà di identificare quella attuale è dovuta alla dicotomia tra le ormai evidenti pulsioni autoritarie e il tentativo di apparire la migliore democrazia possibile, nascondendosi tra mille scatole cinesi.
Negli ultimi anni, specialmente con Internet, non sono mancate forme di dissenso, alcune individuali, altre strutturate in gruppi più o meno editoriali. Tuttavia, nessuna di queste si è mai davvero scrollata di dosso etichette e schemi ormai obsoleti. Nessuna riesce ad andare oltre il cliché del quotidiano controcanto polemico, della recensione di qualche sperduto autore - più perché sperduto che perché bravo - e del moralismo antisistema, del tutto strumentale al moralismo ufficiale. Sempre più la dissidenza si infrange in un meccanismo di specchi riflessi che ottiene solo di legittimare l'ufficialità, per poi naufragare quando tenta di costituirsi come soggetto politico. Spesso si dimentica che costruire è molto più difficile che distruggere. Avere un'idea è molto più difficile che contestare quelle attuali.


Ma qual è la differenza tra noi e altri? Sta anzitutto nel nome: La Grande Italia. Questa comunità non nasce soltanto da un sentimento d'amore per il nostro paese, ma dalla constatazione, ovvia e banale - ma non per questo meno vera - che un individuo possa tutelare i propri diritti e una grande impresa possa prosperare, soltanto se protetti da un grande paese. Un'opposizione radicale al sistema e dunque un'autentica rivoluzione possono nascere soltanto avendo chiaro con cosa sostituire il sistema attuale. La nostra visione è il ripristino totale della sovranità italiana, nei suoi molteplici aspetti: politico, militare, economico. Tutto il resto è conseguenza. Per noi contano soltanto l'interesse nazionale, la libertà individuale e, soprattutto, l'idea che lo Stato debba essere al servizio del cittadino e non il contrario come sta avvenendo in questi anni. Siamo favorevoli all'uscita da ogni organismo sovranazionale e contrari ad ogni umanitarismo universalistico - da qualsiasi parte provenga - usato come pretesto per nuocere ai cittadini delle singole nazioni. Vogliamo sradicare la gramigna della propaganda in tutti gli ambiti in cui agisce, non solo la politica o l'attualità ma anche temi colonizzati dal pensiero unico come l'ecologia, la medicina, la musica, lo sport, o anche altri temi non necessariamente categorizzabili ma che potrebbero divenire centrali prossimamente: la difesa del diritto di proprietà e della legittima difesa. In sintesi, vogliamo opporci ad una dittatura sovranazionale che nascondendosi dietro questioni anche reali, mira ai denari e ai diritti dei cittadini, resettando totalmente tutte le false informazioni su cui si sono formate le opinioni che hanno aperto la strada agli orrori degli ultimi tempi e a quelli futuri.

Qui c'è l'altra differenza tra noi e gli altri: voler opporre una radicale critica che unisca tutti i punti di quanto è accaduto negli ultimi anni e che anche nell'area del dissenso spesso si fatica a cogliere e che porta spesso chi, per esempio, si è battuto contro il covid, a favoreggiare il delirio antirusso (e viceversa, ovviamente), o chi combatte l'allarmismo climatico o il pericolo per la libertà di espressione rappresentato dalla comunità LGBT, poi portare la pantofola ad altre forme di pensiero unico. Pochi riescono a vedere come, dietro tutte le narrazioni che hanno invaso il dibattito pubblico, vi siano sempre gli stessi nomi e gli stessi metodi autoritari: il minuto d'odio rivolto ai dissenzienti, l'imposizione di linguaggi e stilemi, pena la scomunica. Ed è questo il nostro obiettivo: individuare il filo comune di queste narrazioni, leggerne in anticipo gli inganni e disinnescarli.
Su queste premesse, non esistono la controcultura o la controinformazione, ma solo informazione e cultura. E in questa casa raduneremo tutte quelle intelligenze che, escluse dal dibattito pubblico, giornalmente regalano i propri contenuti a piattaforme pronte ad escluderle con disprezzo, senza preavviso.
La nostra comunità si strutturerà su un archivio di notizie, sulla presenza di contenuti scritti e multimediali proposti da blogger e creatori di contenuti multimediali, e su un forum dove gli utenti discuteranno giornalmente di qualsiasi tematica ad impatto strategico, appoggiandoci su una piattaforma dalla quale abbiamo preteso e ottenuto garanzie sulla nostra libertà ed indipendenza. A tal proposito, nell'era del neomaccartismo, molti penseranno che siamo finanziati dal Pentagono, dal Cremlino, da questa o da quell'altra realtà o entità. Nulla di tutto questo. Non abbiamo partiti alle spalle, dunque non siamo l'organo ufficioso e ufficiale di nessuno. Sicuramente potremmo sostenere battaglie condivise da uno o più gruppi politici o imprenditoriali, ma mai a scatola chiusa, mai sotto dettatura e sempre ancorati ai nostri princìpi.

Questo introduce un altro importante aspetto su cui le curiosità e i sospetti sono legittimi: come mandare avanti tutto questo? Preferiamo parlare con schiettezza. Questa comunità avrà pubblicità e profilerà gli utenti iscritti, i quali potranno leggere i contenuti e interagirvi soltanto se si registreranno. Registrazioni e profilazioni sono un fertile terreno di incassi pubblicitari fondamentali per La Grande Italia che non può stare in piedi senza una sostenibilità economica. Senza denaro non si conquistano spazi di dibattito, senza la conquista di questi spazi non si pesa nel dibattito pubblico, senza pesare nel dibattito pubblico uno spazio perde rapidamente il suo senso. Le fonti di finanziamento sono legate alla piattaforma che ci ospita, alle più comuni agenzie inserzionistiche digitali, alla profilazione dei lettori fondamentale per aumentare la nostra appetibilità pubblicitaria, e alle donazioni che voi utenti, senza ovviamente dovervi sentire in dovere morale e materiale di farle, deciderete eventualmente di concederci. Tutto questo scontenterà i puristi - frattanto iscritti a decine di social network o di servizi web ai quali regalano, da decenni, fatti e dati personali - ma è essenziale per aumentare la quantità e la qualità della nostra offerta, la diffusione e il rafforzamento della nostra voce, e garantire la nostra indipendenza da qualsiasi pressione esterna, oltre a parare il rischio - anzi, la certezza - di pesanti spese legali causate da chi per chiuderci la bocca, tenterà la strada della denuncia per ogni minimo pretesto. Chi si registra verrà così informato, con l'onestà che ci è imposta non soltanto dalle leggi ma dal rispetto che noi abbiamo degli utenti, che si farà uso dei suoi dati, in maniera responsabile e non invasiva, ma che tale uso è fondamentale per la nostra stessa sopravvivenza, e che ciascuno potrà cancellarsi quando vorrà e ritornare qualora se ne pentisse, senza alcun vincolo nei nostri confronti.

Naturalmente, all'inizio troverete imperfezioni. Del resto, se avessimo dovuto attendere la perfezione, avremmo lanciato questo progetto nel ventiduesimo secolo. Preghiamo umilmente, dunque, il lettore di perdonarci eventuali problemi tecnici e di segnalarceli. Li risolveremo strada facendo. E naturalmente siamo aperti a qualsiasi suggerimento.
La nostra è la comunità di chi è fiero di essere italiano.

Quindi è anche la tua.

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Ciao Franco. Non sai che piacere sapere che hai creato finalmente questo progetto. Sai bene che non ho mai voluto iscrivermi a Facebook e anche il perché. La tua vera dimensione è questa del blog. E spero che tu insisti con questo progetto, perché ha grandi potenzialità.
 
Bentornato Frà! Sono contento che tu hai messo in piedi questo spazio. Facebook è ormai infrequentabile, dominato dalla censura, dal politicamente corretto e da dinamiche tossiche insopportabili.
 

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Franco Marino
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