Massimiliano Parente è un intellettuale che scrive per il Giornale, a dimostrazione sia della libertà di quello che viene considerato un avamposto del conservatorismo italiano, sia del rincoglionimento trasversale sui temi LGBT, di cui lui è sponsor accanito, di quelli che se solo azzardi una critica anche timida, inizia ad insultarti e a ricordarti di quella volta che anche per un tic nervoso hai fatto l'occhiolino ad un compagnetto di scuola, dunque sei gay. Insomma la classica checca isterica. L'ultima vittima è Borgonovo che, reo di essere conservatore, si è beccato da parte di Parente "l'accusa di omosessualità".

Le parole di Parente sono gravi per due ragioni: la prima è il meschino pettegolezzo su un dettaglio della vita privata che il buon Borgonovo, se non ha reso pubblico, avrà avuto le sue ragioni, e la seconda è l'ignorante pretesa della monoliticità di una comunità, quella gay, tutt'altro che appaltata alla sinistra, contrariamente a quanto si crede. Come si vede nessuna delle due ragioni è relativa a colpe eventuali di Borgonovo che, se davvero fosse gay, confermerebbe soltanto di essere l'ennesimo caso, non ontologicamente sorprendente, di omosessuale intelligente, che non antepone la propria vita privata all'ideologia LGBT e dunque a quella convinzione, del tutto infondata, che tutti i gay siano stereotipati nelle loro movenze di checche isteriche desiderose unicamente di strappare figli dagli alvei di madri disperate per soddisfare un istinto paterno che non può essere espresso come Madre Natura prescrive.

L'articolo di Parente conferma non soltanto la meschinità della lobby gay (non in quanto gay, ma in quanto lobby) che pur di perorare la propria fanatica e psichiatrica causa, non esita a gettare la vita privata di persone che hanno solo la colpa di essere omosessuali ma senza farne un marchio commerciale, in pasto alla canea degli orwelliani minuti di odio, ma anche di non sapere che la destra è stracolma di gay orgogliosamente dichiarati, che tuttavia non per questo ritengono di dover sovrapporre la propria vita alla consacrazione dei deliri LGBT e che dunque vivono la propria omosessualità senza pretendere cose che Madre Natura non può loro dare.

Se Borgonovo fosse davvero gay, sarebbe solo l'ennesima conferma che esistono omosessuali che, vivendo la propria condizione senza imporla al mondo sotto forma di ideologia, meritano che ci si batta in difesa del loro diritto di non essere discriminati. Se Borgonovo fosse davvero gay, questo otterrebbe soltanto di aumentare la mia stima di lui. Mentre Parente non fa altro che contribuire alla singolare eterogenesi dei fini della comunità LGBT: dopo tanti anni di propaganda, ci sono molti più omofobi di prima. Grazie a Parente, non a Borgonovo.

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Anch'io mi pongo la stessa domanda di Stefaniarum. Ho incontrato e lavorato con molti omosessuali. D'accordo, negli anni '70 hanno avuto vita difficile ovunque (in USA non potevano fare il militare, in URSS erano banditi, in Italia derisi). Ma ormai da anni sono liberi di esternare le proprie tendenze sessuali, almeno qui in Italia. Perché questa deriva isterica???
 

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Franco Marino
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