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Caligorante

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I fatti hanno la testa dura di Daniele Perra In attesa del "secondo avvento" di Donald Trump, ricordiamo i grandi successi della sua prima parusia messianica: 1) tentativo (fallito) di colpo di Stato in Venezuela; 2) battesimo dell'Iniziativa Tre Mari (volta a costituire un cordone sanitario ai confini occidentali russi) e rafforzamento della presenza USA/NATO in Europa orientale; 3) uscita unilaterale dall'Intermediate Range Nuclear Forces Treaty (la possibilità che gli USA potessero piazzare missili a medio raggio in Ucraina è uno dei motivi che ha spinto Mosca all'intervento diretto dell'inverno 2022); 4) assassinio del generale Qassem Soleimani in missione diplomatica in Iraq (altro fattore che ha fatto intuire l'impossibilità di un dialogo reciprocamente vantaggioso tra USA e potenze emergenti); 5) uscita unilaterale dall'accordo sul nucleare iraniano e strategia della "massima pressione" (il nuovo regime sanzionatorio ha rappresentato una perdita economica enorme per l'Europa - la sola Italia ha perso quasi 30 miliardi in commesse commerciali); 6) "accordi di Abramo" (volti a garantire un lauto commercio in armi tra Israele e monarchie del Golfo in chiave anti-iraniana) e promozione del piano/truffa del secolo con conseguente riconoscimento della sovranità israeliana sulle colonie in Cisgiordania e creazione di una pseudo entità amministrativa palestinese a macchia di leopardo e priva di sovranità (una delle ragioni che ha spinto Hamas a cercare nuove modalità per riportare la causa palestinese al centro del dibattito internazionale); 7) trasferimento dell'ambasciata USA a Gerusalemme (con Mike Pompeo che annuiva di fronte ai progetti sionisti di ricostruzione del tempio - altra ragione che ha imposto ad Hamas la necessità di azioni radicali) e riconoscimento sovranità israeliana sul Golan occupato (non si capisce perché Israele può occupare impunemente parte del territorio dei propri vicini, ma alla Russia è vietato); 8) primato di ordigni sganciati sull'Afghanistan in un anno solare; 9) intensificazione del sostegno USA all'aggressione della coalizione araba a guida saudita contro lo Yemen; 10) Ceasar Act contro la Siria che ha strangolato un popolo già distrutto da anni di aggressione; 11) aumento esponenziale della vendita di armi a Taiwan e delle operazioni USA nel Mare Cinese Meridionale. Originally posted in:
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THE WHALE - SULL'AMORE VERREMO GIUDICATI

Charlie è un docente universitario che, nella vita, ha perso tutto: un grande amore, l'affetto di sua figlia, la possibilità di una vita normale.
Il suo corpo è enorme e, all'apparenza, sembra riflettere il peso del fallimento delle sue scelte.

Questo film mi ha portato a meditare il tema della sofferenza.
Il corpo di Charlie si fa centro gravitazionale, attorno a cui ruotano le sofferenze delle persone che entrano a contatto con lui e che, attraverso lui, si scoprono delle loro più grandi fragilità. "Scrivete qualcosa di sincero", sembra dire a tutti.

Il suo corpo parla, "scrive" per lui.
Per tutto il tempo del film, una visione romantica ci spinge a pensare che Charlie voglia soffrire perché ha perduto l'amore della sua vita, Alan.
Incessantemente, Charlie invoca l'amore perduto attraverso le parole di un tema su Moby Dick.
Ma non è Alan che invoca, bensì sua figlia Ellie.

A pensarci bene, alla fine del film, le vite di Charlie e Alan anelavano a un amore che andava oltre il loro sentimento reciproco, perché il tormento interiore, intimo e personale, non si poteva risolvere all'interno della coppia.
Di Alan si sa tanto quanto si può intuire dalle parole di sua sorella, ma la morte di Charlie apre le porte alla sua redenzione, perché coincide con un atto di grande compassione: il perdono da parte di sua figlia.

Più che mai, questo film fa risuonare in me una frase: sull'amore verremo giudicati.


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La colpa è stata addossata ad un 71enne di sinistra che ha compiuto l'atto criminale, ma sicuramente dietro ci sono gli americani, dato che il Primo Ministro è molto amico di Putin.

Il provvedimento del Governo in materia di lavoro ai giovani mi trova molto discorde.
Si incentivano le imprese ad assumere solo giovani del Sud, creando di pari passo disoccupazione dei giovani al Nord. Soprattutto è un provvedimento incostituzionale, dato che crea differenze e disparità tra cittadini.
Semmai dovevano incentivare le assunzioni imponendo pari percentuali di occupazione in tutto il territorio nazionale, isole comprese.
Quando la classe politica è ignorante e incapace, e non mi riferisco solo a quella di Governo, ma a tutto l'arco parlamentare accade questo orrore.
Occorrono nuovi politici, preparati e soprattutto che amino l'Italia e siano disposti a sacrificarsi per essa.
“Quello che sta avvenendo a Gaza è come se noi, per catturare Matteo Messina Denaro, avessimo raso al suolo la provincia di Trapani, anzi è peggio, perché mentre lui non si è mai mosso dalla provincia di Trapani, i capi di Hamas di certo non sono a Gaza.
Eppure, per comprendere la complessità del conflitto senza ridurla a sterili tifoserie, studiare la storia è un elemento essenziale: “È ovvio che se ci fermiamo all’istantanea degli ultimi sei mesi, con il massacro e i crimini di guerra di Netanyahu e del suo esercito ai danni della popolazione di Gaza, tutte le ragioni del mondo sembrano essere solo da una parte, ma le cose sono più complesse di come sembrano.
È difficile immaginare quali possano essere le vie d’uscita da questo conflitto fino a quando non emergeranno figure che sappiano ‘andare oltre se stessi’ come avvenuto in Sudafrica quando si mossero i primi passi per smantellare l’apartheid.
È ovvio che ci siano proteste se pensiamo che a Gaza si contano 35 mila morti in sei mesi, su due milioni e mezzo di abitanti, quasi tutti civili e bambini. Per fare un paragone basti pensare che in due anni e due mesi in Ucraina ci sono state 10.000 vittime civili su 40 milioni di abitanti, eppure a Netanyahu nessuno osa dire nulla e nei confronti di Israele non è scattata ancora nessuna delle sanzioni che hanno colpito i russi a poche ore dall’aggressione.
Quindi la rabbia è perfettamente comprensibile, rimarca il direttore del Fatto, “però oltre alla rabbia bisognerebbe studiare la storia, per capire come siamo arrivati fin qui è come se ne può uscire”.
cit. Marco Travaglio

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  • I radical chic di destra, riescono ad essere più urticanti dei loro omologhi di sinistra.
  • Dilettanti allo sbaraglio I promotori di liste e listarelle "antisistema" stanno letteralmente sclerando. Da diverse ore volano improperi e...
  • Il critico televisivo di Repubblica deve aver esagerato con le droghe pesanti.
  • Quanto sono belli.😘 Il centrodestra riparta da Ucraina, Taiwan, Moldavia ecc.
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