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E già che ci siamo parliamo anche del signor Paolo Berizzi, anche lui giornalista, che scrive per Repubblica.
Anche lui non pubblica il suo percorso di studi.
Di lui si sa solo che dall'anno 2000 scrive per Repubblica. Come ci sia arrivato e per quali percorsi non è dato conoscere.
Ogni giorno il signor Berizzi utilizza Twitter, ora "X" da quando è stato acquistato da Elon Musk.
Orbene oggi il signor Berizzi incolpa il signor Musk di utilizzare un suo social , (da egli pagato e di cui è proprietario) per contestare la parte politica del signor Berizzi: quel pd politicamente corretto che ovviamente sostiene l'immigrazione a spese dell'Italia.
E lo fa con una faccia tosta incredibile, lui che utilizza i soldi pubblici degli italiani per fare tutti i giorni propaganda.
Vorrei ricordare al signor Berizzi che i social sono piattaforme private, e come Zuckenberg proprietario di Facebook-Meta si permette di censurare il pensiero che dovrebbe essere libero, di tanti che scrivono sulla piattaforma.
Altrettanto Musk ha medesimo diritto di usare la sua piattaforma come crede, dato fra l'altro che non sta facendo nulla di male, ma solo esprimendo un'opinione personale, e che fra l'altro non ha mai censurato alcun pensiero contrario al suo.
Scommetto che se il signor Elon Musk si fosse espresso a favore della parte politica del signor Berizzi, oggi sarebbe incensato anziché criticato.
Il signor Berizzi pensa che la democrazia sia una strada a senso unico, nella quale lui ha diritto di esprimere tutto , anche offendere, mentre gli altri debbono stare muti e rassegnati.
Tanto per cominciare se fosse intellettualmente onesto il signor Berizzi lascerebbe la professione di giornalista, data la sua comprovata incapacità di diffondere notizie imparziali, e magari visto anche il suo anti patriottismo potrebbe emigrare altrove, liberandoci della sua sgradevole presenza.
Sia chiaro è solo un desiderio, perché noi italiani patrioti, a differenza di lui non imponiamo ma proponiamo.
Oggi parliamo di Marco Tarquinio, giornalista "maratoneta" , che ha scritto per vari giornali, con un'autosospensione nel 1993 (non si capisce per quale motivo... ) rientrato poi un anno dopo al Tempo e quindi all'Avvenire.
Nel suo curriculum vitae pubblico non è descritto il suo percorso di studi.
La qualifica di maratoneta che gli viene affibbiata più che per descrivere dei meriti, è utilizzata per descrivere una serie di “toccata e fuga” fatta in diversi gruppi editoriali, passando per un’autosospensione di un anno nel 1993, per poi rientrare “nei ranghi” prima al giornale Il Tempo e poco dopo all’Avvenire.
Una carriera “singolare”.
Orbene, mi è stato riferito da un amico, che stamani a Rai Tre, ovvero una delle TV DI STATO, il signore di cui sopra s’è messo a pontificare in materia di diritto costituzionale , arrivando ad affermare che il diritto europeo e i trattati sono superiori a tutto.
La supponenza del soggetto nelle sue affermazioni è seconda solo alla sua ignoranza, e per ignoranza si intende “la non conoscenza delle cose”.
Questo mi fa supporre, che il signore di cui sopra non abbia mai letto una sentenza della Consulta e neppure mai aperto un manuale di Diritto Costituzionale.
Al “caro signore” che tanto si pavoneggia a spese dei cittadini e ai quali non risparmia frecciate, anche offensive, bisogna intanto ricordare che l’articolo 1 della Costituzione assegna “la sovranità al popolo italiano, non ai giornalisti, e non all’Unione Europea”.
Conseguentemente poi bisogna erudire il “caro signore” sulla “Gerarchia delle Fonti del Diritto” che vede la Costituzione della Repubblica Italiana in predominanza gerarchica al di sopra di tutto, incluse le normative dell’Unione Europea, come già anche espressamente indicato in varie sentenze della Corte Costituzionale Italiana, ovvero che ”le leggi e le sentenze dell’Unione Europea non debbono mai scavalcare i principi fondanti della Costituzione Italiana”…
Ciò premesso è bene ricordare ancora al “caro signore” che i trattati non sono stati sottoscritti dal popolo italiano ma da due governi, neppure eletti con il quorum del 51%. Testi mai sottoposti alla volontà popolare, con un consenso strappato in maniera truffaldina con un apposito referendum, creato ad hoc nel 1989, inesistente nel nostro ordinamento.
Solo dopo anni gli italiani si sono resi conto delle conseguenze della sottoscrizione di tali trattati, per cui parlare di ”accettazione dei trattati” è disonesto.
Gli italiani, o meglio coloro che votarono sì a quel referendum truffaldino, 29 milioni , contro una popolazione votante di 46,5 milioni con uno scarto dunque pari a 17,5 milioni che in parte votando no, in parte votando scheda nulla, e in parte astenendosi decretarono il loro giudizio negativo su quell’organismo sovranazionale che stava per essere loro imposto, facevano parte di quello stesso popolo sovrano menzionato al primo articolo della Costituzione e avevano pieno diritto che la loro voce fosse ascoltata, e non che fosse fatto un blando referendum a maggioranza.
Un cambiamento simile epocale richiedeva, non dico l’unanimità , ma una soglia di quorum ben più alta.
Invito quindi, nella mia qualità di cittadino sovrano della Repubblica Italiana, il signor Marco Tarquinio a moderare termini e a non presentare attraverso canali pubblici, finanziati dai cittadini italiani, distopie e notizie false o comunque manipolate.
Se lui è fiero di quel che sta accadendo, non tutti gli italiani sono concordi con lui, per cui impari lui prima di tutto il significato della parola DEMOCRAZIA.
Non si metta in cattedra. Egli non è un qualificato professore di diritto , tanto meno un giudice. Stia al suo posto soprattutto quando utilizza denaro pubblico.
Una cittadina italiana (LPL)
Tra le tesi in campo per la scomparsa dei Neanderthal, una delle piste più battute in passato era quella della sostituzione violenta da parte dei Sapiens giunti da Oriente e da Sud.
Non è certo questa la sede per mettere fine a questo dilemma, ma in base agli studi più recenti possiamo mettere in campo alcuni dati e ipotesi:
1- Parlare di scomparsa di Neanderthal sembra ormai improprio, è ben probabile che più di qualche lettore di questo post conservi una piccola percentuale variabile di DNA neanderthaliano. Neanderthal non è scomparso senza eredi, al contrario ha contribuito alla formazione dell'uomo moderno, almeno in alcune parti del globo.
2- Sappiamo anche di siti come quello di Jersey (Isole del Canale) dove abbiamo trovato resti di ibridi risalenti a meno di 48.000 anni fa (Neanderthal scomparve circa 40.000 anni fa); se così fosse, il sito delle Isole del Canale avrebbe potuto ospitare una comunità ibrida nei millenni finali della presenza neanderthaliana sul pianeta.
3- L'immagine dei Neanderthal come grossi scimmioni violenti dediti alla caccia è superata da decenni (inumazione, arte, probabilmente musica, grandi gruppi, ecc).

Questi tre punti sono importanti perché la storia ha i mattoncini su cui noi (singoli e comunità) fondiamo la nostra idea di mondo.
Raccontarci che siamo degli avidi sfruttatori, dei violenti, dei bruti abituati unicamente alla competizione è un comodo alibi per far sentire noi europei la normalità storica.
Al contrario l'antropologia e la storia profonda sembrano smentire ogni anno di più questa ricostruzione; persino lo studio dei primati ormai punta da un'altra parte.
La nostra specie nasce comunitaria e collaborativa, con una spiccata creatività individuale (in alcuni gruppi incoraggiata, in altri no). La competizione e la gerarchia non sono comparse per volontà divina o in base a dei principi "naturali", sono state introdotte dalle scelte dei gruppi (delle classi dirigenti).

Il colonialismo e l'imperialismo non sono insiti nella natura umana e "se non lo avessimo fatto noi, lo avrebbero fatto gli altri" (non si può escludere, ma non si può dare per certo), sono dei momenti socio-storici che caratterizzano la nostra civiltà, che come tale andrebbe ripensata sin dalle fondamenta.
In finale, possiamo parlare di Ucraina, dell'embargo a Cuba o al Venezuela, della volontà di potenza e dei bombardamenti su una popolazione di adolescenti in Yemen, ma il punto è sempre questo: ripensare la nostra visione del mondo che legittima tutto questo.

Come potrei non so
normalmente dire a te
come un altro direbbe
che anche quando
non sembra
voglio stare insieme a te
ma qualcosa mi chiama
Io per spiegarmi con te
posso dirti solo che
io ti sento vicina


più di ogni altra che possa
dir qualcosa alla mia mente
io ti vedo con me
C'è per me
c'è qualcosa che
non c'è dentro gli altri
ma che trovo in te
Sai per me
c'è qualcosa che
non c'è dentro gli altri
ma che trovo in te
So che a vedermi così
sicurezza non ti do
come a te a nessun altro
ma vorrei proprio che tu
mi vedessi come se
fossi un poco più vicino
Sarò lontano però
so volere bene anch'io
forse in modo un po' strano

C'è per me
c'è qualcosa che
non c'è dentro gli altri,
ma che trovo in te.
Sai per me
c'è qualcosa che
non c'è dentro gli altri
Il concetto di "debito" è stato inventato sul finire degli anni ottanta quando si approssimava la Costituzione della UE, prima è sempre stata "spesa pubblica" .
La spesa pubblica non è un debito è una risorsa, un investimento dello Stato che mette in moto l'economia reale del paese.
Il denaro investito dallo Stato ritorna maggiorato con il versamento delle tasse da parte di cittadini e imprese.
La moneta invece è un semplice mezzo di scambio, che sostituisce il baratto (esempio fornire un quintale di mele in cambio di un quintale di pere) , più veloce e meno complicato.
E' in sostanza "una unità di misura" che calcola il valore della merce o del lavoro, da utilizzarsi per gli scambi.
Marco Tardelli ricorda il suo compagno di squadra e grande amico, Gaetano Scirea.LA PUNTATA INTEGRALE SU RAIPLAY https://www.raiplay.it/raiplay/video/2019/10...
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Date added
20 November 2022
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